martedì 30 dicembre 2014

Intimità e discrezione

Leggo in questi giorni un sacco di buoni propositi e/o considerazioni finali. Tutti gli anni ci divertiamo a stilare una lista di cose che non faremo mai, di cambiamenti interiori che non ci saranno, di cancellazione dalle nostre vite di persone che non consideriamo più amici che per un motivo o per un altro continueranno a far parte della nostra quotidianità. Direi che è l'ora di metterci un bel punto. Io per prima. Ho 32 anni, da quando ho iniziato a scrivere, ogni anno, compilavo la mia lista. Passava l'anno e la lista era lì, intonsa, senza nemmeno un punto depennato. In queste settimane ho visto la luce: ho notato che meno parlavo di cosa volevo fare, più lo facevo; meno pensavo a chi volevo non facesse più parte della mia vita più riuscivo ad allontanare queste persone; meno immaginavo la persona che volevo essere più mi avvicinavo alla meta. Ci sono proverbi e modi di dire: quante volte, riferendoci a quegli "uomini" che parlano delle loro conquiste, la frase (e/o simili) ci passa per la mente? Quante volte rimaniamo di stucco quando veniamo a scoprire che una persona ha fatto questo o quello senza dire nulla a nessuno e ci è riuscita? Quante volte, cinicamente, diciamo delle persone che tentano il suicidio che chi vuole morire veramente lo fa senza dirlo a nessuno e/o annunciarlo con post etc? Per questo, a volte, il silenzio è il miglior inizio. Non dobbiamo sbandierare ai quattro venti le nostre intenzioni. Se abbiamo intenzione, realmente, di cambiare o modificare anche in minima parte la nostra vita che bisogno abbiamo di urlarlo? Le persone che ci amano lo capiranno e seguiranno il nuovo percorso con noi, quelle a cui non è mai interessato nulla non è necessario che lo sappiano. Dovremmo di nuovo imparare ad essere riservati, dovremmo recuperare la nostra intimità. Sono una patita di social network, di blog, di Instagram ma il mio privato rimarrà sempre e solo mio. Posso essere sibillina, posso sfogarmi ma la Chiara vera la conosco solo io. Così sarà sempre. Voglio raccontarvi cosa mi è accaduto oggi: sono andata a salutare la mia ex collega, entro nella mia vecchia stanza per vedere la nuova sistemazione e mi accorgo che il quadro che avevo fatto è sparito. Chiedo dove sia andato a finire e mi sento dire che è stato messo nell'armadio da un collega con cui non siamo mai andati d'accordo. Apro e vedo che è sotto un casco di protezione (quelli che si usano nei cantieri)lo prendo per portarmelo a casa quando la collega mi dice che lo vuole appendere nella sua stanza, glielo lascio. Fino a qualche mese fa un fatto simile mi avrebbe fatto sbraitare e mi sarei fatta del sangue marcio. Oggi mi sono messa a ridere pensando al potere che ho su quella persona: sono passati due mesi e a distanza di tempo la mia "presenza" è ancora così forte da indurre quella persona a togliere un quadro perché gli ricorda me! Considerando il fatto che la persona in questione ha 53 anni e che ha sempre affermato di essere un gran manager e che al contrario di me ha sempre detto le peggio cose... beh, la mia piccola soddisfazione l'ho avuta, accompagnata da crasse risate. Con questo personaggio torniamo al discorso di cui sopra: chi parla sempre e in continuazione è probabile che si riempia la bocca perché dentro è vuoto. Se avete un sogno o dei buoni propositi non sprecate energie a parlarne ma adoperatevi affinché il sogno si realizzi e i buoni propositi vengano portati a termine. Alla fine del prossimo anno sarete di certo più soddisfatti e più vicini al traguardo. Personalmente ho molti progetti per l'anno nuovo e farò di tutto perché si realizzino!

venerdì 19 dicembre 2014

Crazy In Love

Confutazioni: massime, proverbi e scrittori.

Premetto che mentre scrivo sto ascoltando Crazy in Love di Beyoncè versione 50 sfumature. Questo vuol dire che la mia mente in realtà è da tutt'altra parte. Forse non dovrei dirlo... se però questo nuovo post riuscisse bene potrei affermare con assoluta certezza che sono multitasking! A parte gli scherzi, è da qualche giorno che sto pensando a tutte le così dette frasi fatte e alla loro veridicità. Qualcosa non mi torna, vediamo se riesco a farvi degli esempi: 1)quando si chiude una porta è per aprirsi un portone: non è vero. Si chiude la porta e si sbarra il portone. E anche si aprisse: e se varcata la soglia precipitassi nel vuoto? E se spalancato il portone venissi sommerso da un mare di mxxxa? 2)chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quel che perde ma non sa quel che trova: diamo un'accezione negativa al lasciare il conosciuto per lo sconosciuto, da sempre. Ma magari uno della strada vecchia non ne può più! O magari prima si era perso e dopo tanto è riuscito a trovare la strada che avrebbe dovuto percorrere fin dall'inizio. 3)il bicchiere mezzo pieno/mezzo vuoto: comunque la vedi è sempre metà di qualcosa che potrebbe essere pieno. Quindi anche chi lo vede MEZZO pieno non potrà essere INTERAMENTE felice. 4)chi fa da sè fa per tre: ammettendo che ciò sia possibile, e se tutti e tre facessero delle caxxate? Non è detto che il risultato sia ottimale solo perchè ti sei fatto il mazzo. Se sei un cretino, avrai fatto una cretinata al cubo. 5)siamo tutti uguali: no, caxxo! Non è vero! Questa è la classica frase che i finti non-razzisti dicono. Siamo tutti diversi: ognuno con le proprie peculiarità. Ogni razza con le sue diversità, le sue usanze, la sua mentalità, la sua religione. Siamo etero, gay, trans, lesbiche, bisex... Quello che dovremmo dire è: siamo diversi, ci rispettiamo e impariamo l'uno dall'altro. 6)quello che si rompe non può essere aggiustato: no. A volte, dopo che qualcosa è andata in mille pezzi, se viene aggiustata con la giusta dose d'amore e pazienza può rinascere più forte di prima. 7)mi piego ma non mi spezzo: è veramente così positiva questa frase?? Piegarsi al volere, piegarsi alle regole, piegarsi agli eventi... sono cose positive? Non credo. Se mi spezzo mi posso riaggiustare (vedi frase n. 6) ma se mi piego, rimarrò piegato per sempre. 8)quando la merda monta gli scalini: non è vero che cade. Anzi, a volte secca e per farla andar via bisogna buttarci l'acido. 9) donne e uomini sono uguali: no. Vedi frase 5. Abbiamo gli stessi diritti e gli stessi doveri (sì, cari uomini. Avete dei doveri anche voi) ma è risaputo che noi donne siamo più intelligenti, più forti (non sto parlando di forza fisica), più sfruttate, più violentate, più sottopagate degli uomini. 10)donna pelosa donna saggia e virtuosa: magari virtuosa sì, ma saggia... oddio, considerando gli uomini che ci sono in giro forse saggia lo è. 11)gli opposti si attraggono: vale solo per la fisica. Se non si ha nulla in comune con l'altro, l'unico risultato ottenibile è uno scannamento nel giro di poco, pochissimo tempo. 12)vissero per sempre felici e contenti: enorme caxxata. Non perchè poi la quotidianità toglie il romanticismo, non perchè devi lavare le mutande o pagare le bollette. No. Il punto è che il per sempre non esiste. Fisiologicamente parlando. Siamo destinati a morire. Non c'è lieto fine: già il concetto in sè è contradittorio: LIETO e FINE. Vi pare? La fine di qualcosa non sarà mai bella. Mai. 13) gli uomini non imparano mai dal proprio passato: non è vero. Imparano e migliorano. Nel senso si impegnano sempre di più per fare in modo che questo mondo venga distrutto. (Siamo partiti dal carbon cook e siamo arrivati al nucleare!) 14)dai nemici mi guardi Dio che dagli amici mi guardo io: e che caxxo di amici hai? No, sul serio. Nasconditi, vai a fare l'eremita. Cambia giro! 15)chi va con lo zoppo impara a zoppicare: non è vero. Può anche semplicemente aiutarlo e sorreggerlo. Ce ne sarebbero molte altre di frasi facilmente confutabili. Una in particolare, riconducibile al punto 5 ma credo che se la dicessi potrei suscitare un vespaio, ma ne sono fermamente convinta. Perchè se è vero che le frasi, i proverbi, le massime, gli aforismi sono a libera interpretazione è anche vero che alcune delle cose che ho scritto sono innegabili. Che tu sia la persona più positiva o quella più negativa del mondo il fatto, ad esempio, che tutti dobbiamo morire è innegabile. Tutto sta, direte voi, nel come arrivarci al fatidico momento. E visto il titolo del post vorrei confutare una pseudo recensione al libro che mi è stata fatta in privato: 1) la vincita non è di 100.000 €. L'hai letto il libro? No perchè è scritta a caratteri cubitali la cifra della vincita. 2) i nomi che definisci non greci sono di greci che vivono in Grecia dai tempi di Platone 3) non mi sono rifatta ad alcun mito, per questo non trovi attinenza con la mitologia greca. Il fatto che i protagonisti siano greci che siano immortali non fa di loro in automatico dei semi dei. 4) il materiale per il secondo e il terzo libro c'è. Aggiungo di mio: quando ho detto che il libro l'ho scritto per me era la verità. Non guardo tutti i giorni le vendite, non controllo se ci sono nuove recensioni, non cerco di capire chi ha scritto la recensione negativa (per fortuna ancora non c'è), non litigo con altre scrittrici perchè il loro libro è avanti al mio. Certo, pubblicizzo i miei libri e certo ho avuto la tentazione di mandarli a grandi case editrici, ovvio che mi fa piacere vendere e ovvio che essere pubblicati da una famosa CE sarebbe molto gratificante. Ma chi è scrittore dentro non ha bisogno di essere pubblicato o di essere riconosciuto o di vendere. Chi scrive inizia a farlo da piccolo, per sè. Chi è scrittore racconta storie per addormentarsi ai suoi pupazzi. Chi è scrittore ama leggere. Chi è scrittore scrive...semplicemente.

mercoledì 3 dicembre 2014

Istinto

Quante volte sentiamo dire: "Seguo il mio istinto"? Siamo noi per primi a dirlo spesso. Ma siamo realmente sicuri che sia così? Quando una persona si definisce , perché lo fa? Anche io ho sempre detto di seguire l'istinto e di essere istintiva. Forse però confondiamo l'essere istintivi con l'essere passionali. Cerco di spiegarmi. Si verificano quotidianamente situazioni che ci fanno reagire d'impulso, persone e cose che ci suscitano passioni, ma siamo ben lontani dall'istinto puro. L'ho capito qualche tempo fa che usavo il termine sbagliato. Ero in centro con i miei genitori, stavamo andando a fare colazione, quindi era mattina presto, intorno alle 7:30. Stiamo attraversando la strada (sulle strisce pedonali) quando un pazzo furioso esce da un parcheggio in retromarcia a tutta velocità: mio padre spinge di lato mia madre e me e riesce, al pelo, a scansare lui stesso l'auto. L'urlo di mio padre si sente e anche l'automobilista lo sente. Frena di colpo, scende dall'auto, si avvicina a mio padre ingiuriandolo e all'improvviso gli stringe la mano intorno al collo. In quel preciso istante ho visto solo la mano stretta intorno al collo di mio padre: il resto era offuscato, i rumori del traffico inesistenti. Vedevo solo quello e sentivo il respiro strozzato di mio padre. Poi, non so dirvi come nè quanto tempo sia passato, il mio campo visivo è stato occupato dalla visione della mia mano stretta intorno al collo dell'automobilista e le mie orecchie rimbombavano della mia voce che diceva . Ero fredda, distaccata. La mia voce era ferma. Non stavo urlando. Ho smesso di stringere solo quando lo sconosciuto ha lasciato andare mio padre. Per tutto il tempo l'ho guardato negli occhi. Non so cosa sia passato nel mio sguardo, ma nel suo ho visto paura. Dopo tremavo e non sono riuscita a parlare per un po'. Ero sorpresa e spaventata... da me stessa. Questo per me è ISTINTO: non ho pensato, ho reagito. Giusto? Sbagliato? Non lo so, ma sono sicura che lo rifarei. Posso dirlo perchè non si governa l'istinto, non si ragiona con l'istinto. Adesso, a ragion veduta, posso affermare con certezza di essere una persona istintiva. Con tutti i pro e i contro che questo comporta. Sono fiera di me per quello che ho fatto? Sì. Ho difeso una persona che amo. Come si rapporta questo mio modo d'essere con la scrittura? Male e bene. Bene perché facendomi guidare dall'istinto le scene che scrivo sono coinvolgenti e verosimili. Male perchè, come dicevo prima, l'istinto non si accompagna alla ragione di conseguenza alcuni passaggi possono risultare ostici al lettore che non conoscendomi può non capire o travisare. Per questo ritengo che potrò definirmi una VERA scrittrice solamente quando riuscirò a dosare la giusta dose d'istinto e di ragione. "Alter Ego" più che "Sogni d'amore" racchiude questo mio essere. Quindi,sì, potrei rivederlo, potrei aggiungere, togliere, affinare... ma non credo che lo farò. A discapito delle vendite, forse, ma per amore e per... istinto...

domenica 16 novembre 2014

Rispetto

Davvero per far valere una propria idea dobbiamo insultare quella degli altri? Come mai tutti questi gruppi per la libertà di essere e di espressione si fanno beffe del credo altrui? Pensano che siano più credibili se urlano e sbraitano? Pensano di avere più forza se vanno in giro nudi/e e se si infilano un crocifisso in mezzo alle gambe? Sono schifata. Puoi non credere. Puoi essere ateo, agnostico, musulmano, cristiano, buddista... ma il rispetto lo devi a tutti. Soprattutto visto che è quello che vai a propagandare in giro. Credo non ci siano motivi validi per un gesto del genere. Alla fine verranno ricordate per aver mostrato il seno e per quel gesto osceno. Vengono prese sul serio facendo così? Non credo, almeno non da me. Credo siano solo delle persone che vogliono apparire e che usano motivi (validi) come scusa per finire in televisione. Parafrasando una grande donna: Le donne intelligenti non hanno bisogno di mostrare altro se non il proprio cervello. Facciamo le campagne femministe per le Veline di Striscia la Notizia e poi permettiamo queste cose. Non è svendersi questo? Non vuol dire: visto che da vestite non ci ascolta nessuno allora ci spogliamo? Questo non è, ancora una volta, dare ragione agli uomini? O almeno a quella parte che ci ritiene delle cretine. Rispetto per gli altri e in primo luogo per noi stesse. Ma non ce l'abbiamo mai avuto per questo continuiamo ad avere certi atteggiamenti. Non tutte ma la maggior parte sì. L'altra sera per esempio ero in stazione che tentavo di tornare a casa dopo 8 ore di lavoro. Due coppie 16/17 anni intente a baciarsi sulla panchina (chi non l'ha fatto a quell'età?!) e tu pensi subito al quadro e alla poesia dei giovani che si baciano... peccato che quando torni alla realtà ti sembra di essere in un set porno: le ragazze sopra i maschi a dimenarsi, lingue e mani ovunque. Ora: perchè IO mi devo sentire in imbarazzo per loro?! perchè sono costretta a girarmi o ad abbassare lo sguardo? Queste ragazze un po' di amor proprio non ce l'hanno? Pensano di essere amate sul serio da "maschi" che le espongono così davanti a tutti? Le mamme di queste ragazze cosa hanno insegnato loro? I papà dove sono? I genitori dei ragazzi avranno inculcato in quelle teste vuote un po' di rispetto per le donne? Questo vuol dire rispetto sul dizionario: 1. sentimento di deferenza e di stima nei confronti di una persona ritenuta degna: nutrire, provare rispetto per qualcuno; incutere, ispirare rispetto; parlare col dovuto rispetto; salutare con rispetto, manifestando esteriormente la propria deferenza; i miei rispetti, formula che esprime un saluto ossequioso | (lett.) ritegno, riserbo: ad abbracciar Ruggier vien la sorella; / con più rispetto sta l’altra donzella (ARIOSTO O.F. XLIV, 30) 2. sentimento che induce a riconoscere i diritti, il ruolo, la dignità, il decoro di persone o di cose e fa astenere dal recare loro offesa; l’atteggiamento o gli atteggiamenti che ne derivano: il rispetto di un luogo, della natura; portare rispetto a qualcuno, comportarsi educatamente nei suoi confronti; mancare di rispetto a qualcuno, offenderlo |tenere in rispetto, farsi rispettare, tenere a freno 3. osservanza scrupolosa di ordini, regole ecc.: rispetto del codice della strada 4. punto di vista, aspetto: la sua produzione scientifica è veramente notevole sotto ogni rispetto 5. breve componimento in versi di carattere popolare e contenuto amoroso, composto di quattro o sei endecasillabi a rima alternata e di una ripresa formata da una o più coppie di versi a rima baciata 6. (mar.) riserva, ricambio: i pezzi di rispetto dell’apparato motore Etimologia: ← dal lat. respĕctu(m), deriv. di respicĕre, propr. ‘guardare indietro’, quindi ‘considerare, aver riguardo’. Dalle piccole cose si passa alle grandi e il problema è solo uno: la mancanza di rispetto. Siamo impregnati di buonismo ma non sappiamo da che parte iniziare con il rispetto. Non so se avrò mai dei figli ma di sicuro il rispetto sarà la prima cosa che gli insegnerò: a darlo e a riceverlo.

mercoledì 12 novembre 2014

Miticità

Chi di voi ha visto Kung fu Panda sa bene a cosa mi riferisco. La parola di per sè non esiste ma suona dannatamente bene! Il panda cicciosissimo, tenero e mangione colmo di miticità. Ed io mi sento un po' così; sì proprio un panda (in tutti i suoi volumi) che nasconde dentro di sè tantissima miticità. Ora, il protagonista del cartone animato aveva il maestro saggio e rigido che l'ha instradato e l'ha aiutato a tirare fuori la sua miticità.. io il maestro non ce l'ho. Quindi? Al solito, rimbocchiamoci le maniche e facciamo tutto da sole. Sarà fattibile? Mi dico di sì, semplicemente perché non ci sono alternative. Un bene, proprio un'ottima cosa. Quando il futuro ci riserva dei brutti colpi affrontarlo con poche armi in mano invece che con molte può fare la differenza anche a nostro favore. Pensateci: se per affrontare un problema aveste due, tre, quattro alternative scegliereste sempre la strada più difficile e rischiosa o magari, spesso, scegliereste quella più facile? Non è una critica. Io ho scelto la strada più semplice nel 60% dei casi; adesso a 32 anni dico basta. Forse è il caso di crescere e prendere la propria vita in mano. La storia del panda un po' mi ha stancato. Adesso voglio essere Tigre. Perchè parliamoci chiaro: i panda sono carini e coccolosi e ispirano tenerezza e senso di protezione ma volete mettere l'autorevolezza di una tigre?! ;-) L'ideale sarebbe essere una via di mezzo. Il sogno sarebbe uscire da quest'incubo.

venerdì 31 ottobre 2014

Spoiler trama secondo capitolo de La saga di Reba

Mi capita sempre mentre ascolto musica di immaginare scenari e situazioni dove io sono la protagonista, o idee per il libro. La musica è fondamentale per me. Anche quella che non capisco. Da cinque anni ormai ascolto solo musica greca. Non capisco quasi nulla ma il ritmo, la melodia, il suono stesso delle parole mi infonde gioia, serenità e tanta energia. Voglia di fare e voglia di sperare. Desiderio di ballare, di cantare, di urlare. Tutte queste emozioni per una canzone? Sì. 
Mi sento libera e bella. 
Alter Ego ha sempre avuto come sottofondo musicale queste canzoni: quando Chiara balla alla festa trasportata dalla canzone di Giannis Ploutarkos, io stavo proprio ascoltando quella canzone. Nella mia testa la scena si è creata da sè io mi sono limitata a scriverla.
Il secondo capitolo della saga parlerà di Doukas e del suo rapporto con la nuova arrivata Elena. Chi mi segue sa già che il rapporto tra i due sarà sin dall'inizio conflittuale. Elena è una donna matura, che sa quello che vuole, che lotta per i suoi principi. Doukas, per molti versi simile a lei, sarà attratto da lei ma avrà difficoltà ad accettare i suoi sentimenti; lo spettro del suo amore passato tenterà di troncare sul nascere questo amore. Il primo amore di Doukas, Bice, l'unica donna che abbia mai amato... Così dolce e pura.. Ma sarà veramente così? Era veramente quello che sembrava la sua amata? Doukas riuscirà ad affrontare la verità o si rifugerà nell'idea che si è fatto allontanandosi da tutti? Reba, Nemo e gli altri riusciranno ad aiutarlo? Con Rebecca in arrivo e con il compito di rintracciare gli altri della loro stirpe riusciranno a conciliare l'allontanamento di Doukas? 
Chi sono gli alleati di Ares? Sono sconfitti adesso che il loro leader é morto? 
Questo secondo capitolo sarà ricco di colpi di scena e di battaglie. Come andrà a finire?

giovedì 30 ottobre 2014

Il sognalibro: AUTORI SELFAGGI #5 - ALTER EGO - LA SAGA DI REBA

Il sognalibro: AUTORI SELFAGGI #5 - ALTER EGO - LA SAGA DI REBA: SEGNALAZIONE Titolo - Alter Ego - La saga di Reba Autrice - Chiara Babocci Editore - Self publishing Disponibile in - Ebook/Cartaceo Gen...

Grandi Speranze

Durante una delle mie ultime elucubrazioni mentali sul treno, mentre leggevo un romanzo che accennava ai nativi americani ho pensato: "E se avessero ragione loro?" Loro chi, vi chiederete... Mi riferisco a tutti quei popoli che invece di cercare di POSSEDERE il mondo hanno deciso di RINGRAZIARLO per quello che sta dando all'umanità. Noi uomini moderni e civilizzati abbiamo piegato la natura alla nostra volontà, abbiamo stravolto ritmi, stagioni.. Violentiamo la Terra ogni giorno. Pretendiamo che Lei si adegui a noi. La stiamo uccidendo. Tutti i popoli che, invece, convivono con il Mondo, seguono i suoi ritmi, si adattano alla Sua natura. Per cosa violentiamo chi ci ospita? Macchine, case, cellulari, televisioni, computer... Tutte cose utili ma non necessarie. Tutto in nome del progresso.. Ma è davvero progresso? Se fosse così dovrebbe farci stare bene. Invece sento sempre più persone che si lamentano di questa vita frenetica, dei ritmi serrati, del non avere il tempo per godersi la vita. Non vedono l'ora di andare in ferie perché così "stacco il cellulare"; si guardano documentari alla televisione e se per caso fanno vedere tribù che vivono ancora in simbiosi con la natura ci nasce dentro una frase "beati loro". Non riuscirei mai a vivere così "primitivamente" però mi chiedo se non si potesse unire le due facce per creare una "stessa medaglia". Il progresso non è sinonimo di inquinamento come natura non è sinonimo di regressione. Si può e si deve cercare di migliorarsi senza calpestare nulla e nessuno. Questo nelle grandi cose come nelle piccole. Certo è che prima di pensare in grande bisognerebbe prendere ogni singola persona e inculcare in testa un po' di buon senso. Da mesi dentro di me stava prendendo vita un'idea folle visti i tempi. Ho ascoltato pareri, consigli. Ho aspettato che maturassero i tempi. Ho ingoiato. Ho fatto buon viso a cattivo gioco. Mentre tutto questo accadeva l'idea cresceva, aumentava, spingeva. Mal di testa, crampi allo stomaco, attacchi di panico.. Poi basta. Qualcosa dentro di me è scattato, per fortuna. Mi guardavo, mi sentivo, mi ascoltavo e non mi riconoscevo. Ancora adesso faccio un po' di fatica ma stasera mentre mi apprestavo a scendere dal treno guardandomi dalle porte a specchio il mio riflesso mi rimandava una luce conosciuta e un po' dimenticata. Vi siete mai sentiti come se dentro di voi bruciasse un fuoco? Io adesso mi sento così e non voglio smettere. La decisione è stata sofferta, il futuro è incerto ma è come se mi fossi liberata di un peso. Circondarsi di negatività fa diventare negativi. Basta ancora un piccolo sforzo. Manca veramente poco. Nel frattempo ho i miei sogni a cui dedicarmi: la scrittura e... una GRANDE SPERANZA!

domenica 26 ottobre 2014

SUPER PROMOZIONE!!!!

Buonasera a tutti! Per festeggiare il primo anno di pubblicazione solo per alcuni giorni i miei romanzi a 0,89 cent!!!!! cosa aspettate?????? http://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_noss_1?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&url=search-alias%3Daps&field-keywords=chiara+babocci

mercoledì 22 ottobre 2014

martedì 21 ottobre 2014

Decisioni, idee, libri, gabbie e protagonisti immaginari.. reali...

C'è stato un periodo di letargo molto lungo. Adesso, ora, oggi è stato spazzato via. Era necessario? Sì. Era voluto? Sì. Era pensato? No. Il tempismo non è mai stato il mio forte. Se a questo aggiungiamo una sana dose di pessimismo e una "piccola" dose di fato avverso ecco che arriviamo alla situazione attuale. Certo è che se è vero che "Homo faber ipsiae fortunae" io sono stata proprio una str... Ma solo con me stessa. Ho lasciato che persone e avvenimenti condizionassero la mia vita. Succede da quando ho compiuto 16 anni. Ne ho 32. Questo vuol dire che ho passato metà della mia vita chiusa in una gabbia sapientemente costruita dalle mie manine. Adesso che tutto sembra essere sbagliato questo salto nel buio compiuto può portare a due cose: la gloria o la sconfitta. In tutti e due i casi io sola sarò la responsabile. Stasera ho inviato il mio manoscritto ad un agente letterario (sì, dovete incrociare le dita per me). Ha voluto anche una breve sinossi degli prossimi capitoli (Alter Ego è il primo di una trilogia). Ho descritto la protagonista del secondo libro come una combattente, una ragazza che va contro la sua famiglia per i suoi ideali. Allora mi sono chiesta: perchè le protagoniste dei miei libri sono donne forti, combattive, passionali e io invece non faccio altro che ingoiare? Possibile che stia scrivendo di quello che vorrei essere? Sì. Talmente semplice che rasenta la stupidità. Non è stata una vera e propria rivelazione. Ho ripescato sul telefonino una foto di 16 anni fa e ho pianto. La ragazza della foto aveva lo sguardo fiero e sicuro. C'è, lo so, la sento. Mi sta graffiando l'anima. Vuole venire fuori e distruggere una volta per tutte la gabbia.

martedì 7 ottobre 2014

UBI TU ES, IBI EGO SUM

Leggete il racconto e votate!!! http://www.romanticamentefantasy.it/scrigno-delle-emozioni-ubi-tu-esibi-ego-sum-dove-chiara-reba-babocci-gentili/

lunedì 6 ottobre 2014

"I cry, 'cause I feel nothing"

Vi è mai capitato? Piangere perché non riuscivate a sentire alcun tipo di emozione? A me, purtroppo sì. Una strana sensazione l'assenza di emozioni. Farebbe pensare al vuoto. In realtà qualcosa c'è: un grosso punto di domanda. Almeno così l'ho raffigurato io. Cosa mi sono domandata? Semplicemente il perché. Perché non provo nulla? Perché non mi scalfisce? Perché riesco ad andare avanti come se nulla fosse successo? Poi, quando ero convinta di aver trovato una risposta plausibile, ho pensato: "Davvero questa spiegazione giustifica la mia assenza di emozioni?" Non sono riuscita a darmi una risposta. O meglio, ci sono riuscita ma essere onesti con se stessi è più difficile che esserlo con gli altri. Perché se ammettessi con me stessa che la risposta è plausibile vorrebbe dire ammettere di essere una persona abituata, assuefatta al dolore. Proprio e degli altri. Vorrebbe dire avere chiara in testa (nella parte inconscia) la distinzione tra persone che si amano e persone che ci sono indifferenti. Vorrebbe dire che alla fine tutti quelli che mi hanno fatto del male hanno vinto: mi hanno resa arida con chi se lo merita. Vorrebbe dire trovare dentro di me una rabbia ed un rancore che mi fanno paura. Vorrebbe dire trovare sollievo in una tragedia. Perciò, che tipo di persona sono diventata? Ad un certo punto la mia "fanciullina interiore" deve essersi persa. Sì, c'è ancora: non riuscirei a scrivere altrimenti. Ma è furba. Esce allo scoperto solo quando sa che non c'è nessuno nei paraggi. Non è timida, non ha paura. Non si concede. Vorrei che fosse diverso? Sinceramente no. Una parte della mia anima deve rimanere incontaminata. Questo mancato dolore ha aperto una porta che credevo chiusa. Dovrei quindi sentirmi grata. Invece no, perché sono convinta che quella porta si sarebbe aperta comunque; magari sarebbe passato più in tempo ma, comunque, sarebbe accaduto. Di conseguenza il fatto in sè non ha portato nè tragedia nè gioia. Ergo si torna al punto di partenza: l'assenza totale di emozioni. A nessuno di noi piacerebbe lasciare questo. Vero è che se non vogliamo che ciò accada dobbiamo costruirci un certo tipo di vita. Si raccoglie ciò che si è seminato. Vecchissimo proverbio sempre attuale. Persone più buone o semplicemente più sagge di me potrebbero dire che dietro ad ogni gesto c'è una ragione profonda. Giusto. Ma non si può sempre capire, non si può sempre cercare di comprendere. Ogni tanto chi sbaglia dovrebbe assumersi la responsabilità di aver fatto soffrire un'altra persona. Soprattutto quando il dolore inflitto è voluto. Chi soffre dovrebbe assumersi la responsabilità, in primis con se stessi, di non perdonare. L'indifferenza, sia inflitta che subita, fa più male di qualsiasi rancore.

venerdì 3 ottobre 2014

Capitolo 9 - Alter Ego La saga di Reba

Con un balzo si ritrovò di fronte alla porta finestra della camera da letto, le tende di lino si muovevano leggermente alla brezza che proveniva dal mare… . La trovò dormiente, sotto le palpebre gli occhi si muovevano spinti da un sogno: pensò Nemo mentre avanzava silenziosamente nella stanza; era ancora più bella mentre dormiva, i raggi della luna accarezzavano la pelle abbronzata rendendola quasi dorata le labbra dischiuse pronte per essere baciate e quei capelli neri come la notte che lui amava tanto finalmente liberi e stesi ad accarezzarle il corpo… non si era reso conto di quanto fossero folti e lunghi, sembravano così morbidi e pronti per essere accarezzati. Il respiro lento e regolare faceva infrangere i seni sul lenzuolo bianco di cotone… era una visione paradisiaca. Aveva percepito la sua presenza sin da quella volta in giardino quando, seduto sulla panchina, il vento gli aveva portato un profumo di zucchero filato alle narici; aveva tenuto gli occhi chiusi ma grazie alle sue facoltà l’aveva comunque vista e gli si era mozzato il fiato. Ad un tratto Chiara si mosse e con lei il lenzuolo che lasciò scoperta una coscia… bella, tornita nei punti giusti e con la pelle liscia come seta.. Nemo ebbe una fugace visione di quelle gambe strette intorno a lui ma la scacciò via immediatamente spaventato da quello che quella ragazza gli provocava nel profondo semplicemente dormendo: si sentiva spinto verso Chiara non soltanto a livello fisico, c’era qualcosa in quella donna che lo attirava come una calamita, sentiva il bisogno di proteggerla da tutto e da tutti, voleva chiuderla in una stanza con le pareti di cristallo e rimanere a guardarla per sempre; . Rimase ancora a guardarla poi decise di andare ad esplorare il piano di sotto, entrando nello studio notò il computer acceso pensò mentre si sedeva alla scrivania, il suo profumo pervadeva l’area e se chiudeva gli occhi la fragranza era ancora più intensa, il suo corpo prese vita ed un calore bruciante gli invase le membra Un sentimento simile alla gelosia si fece strada nel cuore di Nemo, quel cuore che per così tanto tempo aveva considerato solo un muscolo… L’incidente, era l’anniversario di quando persero la vita i suoi genitori e il suo cane: a Nemo quell’incidente era parso subito strano, c’era qualcosa che non andava in quella storia e aveva tutte le intenzioni di indagare accuratamente ma per il momento quella storia avrebbe dovuto aspettare.. iniziò a leggere ma smise subito, non aveva alcun diritto di spiare i sentimenti più privati di quella ragazza una frase però lo colpì molto: “un sognatore è un uomo con i piedi ben ancorati alle nuvole”… Ad un tratto si accese la luce della cucina, si alzò dalla sedia senza fare il minimo rumore, voleva andarsene passando dalla porta finestra ma qualcosa lo costrinse a fermarsi ed ad andare verso la fonte di luce, voleva vederla appena sveglia, voleva vederla muoversi ancora assonata e voleva sapere cosa ci faceva in piedi alle 3 del mattino. La trovò di fronte al frigo aperto intenta a bere dell’acqua, le guance rigate di lacrime ed un leggero tremore alle mani gli fecero capire che il sogno di prima doveva essere stato l’inizio di un incubo… “Dio, non finiranno mai questi incubi, non ce la faccio più: se solo mamma, papà e Daisy fossero qui…quanto mi mancate..” Scoppiò a piangere, il cuore di Nemo si spezzò nel vederla così fragile nel sentire la sua bellissima voce rotta dal pianto ma non poteva fare nulla per lei… o forse si… senza pensare si precipitò fuori dalla porta finestra dello studio e facendo il giro della casa si ritrovò dal portone di ingresso, stava per suonare quando una melodia dolcissima colpì il suo udito.. . Si era Chiara, accoccolata sul divano intenta a canticchiare la canzoncina che le sussurrava sempre sua madre per calmarla quando era piccola; rimase ad ascoltarla sino a quando non sentì la voce che si affievoliva. Si era addormentata, poteva tornare a casa.

martedì 23 settembre 2014

Donne

Stasera mio marito mi ha chiesto se, come donna, mi sarebbe piaciuto vivere negli anni 50/60. Gli ho detto di si. Mi ha chiesto perchè. Cercherò di spiegarlo. Ovviamente non posso parlare per esperienza diretta. Mi baso su film, programmi televisivi dell'epoca, testimonianze di nonne e zie, libri. Premesso che libertà di espressione, parità di diritti sono cose che sicuramente mancavano (anche se mi domando cosa EFFETTIVAMENTE sia cambiato da allora) credo che noi donne ci siamo un po' perse per strada. Al giorno d'oggi abbiamo cosmetici, macchinari per il corpo, chirurgia plastica e molte altre cose ma la femminilità? Negli anni 50/60 le donne erano fini, eleganti, educate, composte. Indossavano vestiti che esaltavano la loro femminilità senza essere volgari. Portavano acconciature elaborate senza essere ridicole, trucchi sofisticati e non maschere di carnevale. Anche le "donne del popolo" con quel poco che avevano riuscivano ad essere eleganti. Adesso mi guardo in giro e vedo seni al vento, lati b in bella mostra (tanto che la definizione più calzanti per certi pantaloncini estivi è MUTANDE), trucchi pesanti, capelli mezzi rasati e mezzi no di tutti i colori dell'arcobaleno. Ma soprattutto sento bestemmie, discorsi da bordelli di infimo ordine. Vedo sputi, gambe aperte, volgarità. Vedo concedere libertà impensabili a uomini. Vedo una svendita della propria persona. Sembra quasi che comportandosi come uomini (della peggior specie) pensino di ottenere l'approvazione. Ma l'approvazione di chi? Non abbiamo ottenuto nessun diritto fondamentale: veniamo uccise, picchiate, stuprate. Vogliono toglierci il diritto all'aborto. A parità di mansione continuiamo a guadagnare meno degli uomini, abbiamo bisogno delle quote rosa per poter lavorare. Veniamo trattate come pezzi di carne da giornali e trasmissioni televisive. Però abbiamo ottenuto di poter sputare per terra, di poter bestemmiare, di vestire come delle prostitute. Per questo mi piacerebbe vivere negli anni 50/60. Magari portando con me un po' della modernità buona di questi anni 2000. Per quanto concerne il lavoro: quante donne sono COSTRETTE a lavorare per mantenere la famiglia e quante invece VOGLIONO lavorare? Non pensate che certe donne preferirebbero crescere i loro figli e occuparsi della casa e del marito piuttosto che andare a lavorare in certi posti e/o per certe persone? E quando rientrano a casa e devono fare anche le casalinghe? Perciò mi chiedo: A CONTI FATTI COSA ABBIAMO REALMENTE OTTENUTO? QUAL E' STATA LA CONTROPARTITA? Io sono convinta che abbiamo perso: abbiamo perso la nostra integrità e non abbiamo ottenuto quasi nulla. Ci mostriamo mezze nude sui social network anche se siamo mamme (anzi, soprattutto se siamo mamme. Così possiamo far vedere che nonostante tutto abbiamo ancora un bel fisico), permettiamo alle nostre figlie di truccarsi a 12 anni e crediamo che questa sia la libertà, che questi siano i diritti. Non credo che tutte le donne siano così becere ma purtroppo la maggior parte sì: ad iniziare con le nostre politiche per finire con l'addetta alle pulizie. Non è una questione di classe sociale, è una questione di classe, punto. Eppure noi donne non siamo stupide, perciò perchè ci comportiamo come tali? In un mondo ideale si potrebbe pensare che si comportano così per non spaventare troppo gli uomini ma, purtroppo, questa è la realtà.

lunedì 22 settembre 2014

Goin' Through feat. Πάνος Κιάμος - Δυο Μάτια Μπλε - Official Audio Release

Νίκος Βέρτης - Δεν Πάει Να Λέει | Nikos Vertis - Den Paei Na Leei - Offi...

ΠΑΝΤΕΛΗΣ ΠΑΝΤΕΛΙΔΗΣ - ΕΙΧΑ ΚΑΠΟΤΕ ΜΙΑ ΑΓΑΠΗ NEW SONG 2013

Νίκος Κουρκούλης - Δε Δικαιολογείται - (Fanatic ID) la colonna sonora...

Autunno, riflessioni, nuovo libro e...

Eccoci qui, vacanze finite (ma sono mai iniziate?), l'autunno che incalza e la malinconia che arriva... Malinconia delle giornate passate al mare? No. Malinconia della persona che sono quando sono in Grecia, quella che sento ormai come casa mia. Quando lo dico tutti rispondono che mi sento così solo perchè associo la Grecia alle vacanze. No. Per me la Grecia è dove ritrovo me stessa. Come diceva? Terza stella a destra e poi dritto fino al mattino?.. Così mi sento. Non torno bambina, questo no; ritrovo però la purezza, l'amore, la gioia di vivere che solo i bambini hanno. Mi sento più forte, più bella, più vera. Mi sento calma e riflessiva ma allo stesso tempo carica di energia fino quasi a scoppiare. Ho pensato molto al secondo capitolo della saga, le idee si inseguivano, si confondevano... Avevo deciso in un primo tempo di cambiare ambientazione ma ho cambiato idea. Non riuscirei a scrivere il mio libro se non ambientandolo a Volos, dove tutto è nato e dove tutto finirà. Dentro di me è nata la protagonista, la sua personalità è cresciuta mano a mano che passavano i giorni, il suo carattere si è formato in riva al mare. Così deve essere e così sarà. Anche la colonna sonora che accompagnerà la stesura sarà greca. Ve ne ho già parlato: credo sul serio di raggiungere il Nirvana quando scrivo ascoltando le melodie di questa terra meravigliosa. Ho fatto molta fatica questa settimana a reintegrarmi: la domanda che mi è ronzata in testa è stata "perchè?" Perchè questa corsa frenetica senza nessun obiettivo reale? Perchè questa cattiveria? Perchè questa pochezza spirituale? Perchè questo cinismo? Peerchè questo finto buonismo? Ho imparato, senza studiare, a guardare le persone con distacco. Ho scoperto di avere un mondo dentro di me troppo importante e bello perchè questi personaggi possano intaccarlo con le loro anime marce. E tutto questo l'ho scoperto in Grecia. Questo è quello che ho portato via con me: me stessa.

giovedì 28 agosto 2014

Arrivederci...

Sì, anche per quest'anno il momento dei saluti è arrivato. Alla fine, le tanto agognate ferie stanno per iniziare. Dove andrò? Ma è ovvio! In Grecia! La mia seconda pelle... Come vi ho già scritto ho in mente da molto la trama del secondo capitolo della saga ma non riesco a metterlo giù: rimane bloccato nella penna. Perciò ho proprio bisogno di andare nei luoghi che mi hanno ispirato tutta la storia. Per ritrovare i personaggi, le sensazioni, i luoghi, i profumi.... Potrei anche decidere di non tornare... se potessi chiuderei in una valigia le persone che vorrei portare con me e non tornerei più. Dicono che casa è dove ci sono le persone che ami. Vero, giustissimo. Io dico che "casa" è fatta delle persone che amiamo nel luogo a cui sentiamo di appartenere. A settembre miei lettori. Un bacio e a presto

lunedì 11 agosto 2014

Estratto da Sogni d'amore

"I successivi due giorni li passai a piangere tra le braccia di una Michela furiosa con Kenneth, credo che se non gli è venuto un accidente in quei giorni non gli verrà più, passai dall’umiliazione che ancora bruciava alla disperazione, dalla crisi isterica al dolore del mio cuore spezzato, dall’irrazionalità all’apatia. Fino a quando Michela decise che ne aveva avuto abbastanza: mi spogliò ,mi mise sotto la doccia fredda, la odiai in quel momento, mi preparò un bel caffè forte e iniziò ad illustrarmi la sua teoria: Kenneth era una tenia o più comunemente detto verme solitario, uno schifoso parassita che si cibava di me indebolendomi sempre di più e crescendo a dismisura. Secondo lei mi aveva invaso ma la scienza aveva fatto numerosi passi avanti e si poteva eliminare definitivamente. Così iniziai la cura: tolsi dal mio appartamento tutte le foto che ci ritraevano insieme. Smisi di appuntarmi sull’agenda le sue prime, gli spettacoli televisivi a cui avrebbe partecipato e le date del suo tour teatrale. Mi iscrissi in palestra, cambiai pettinatura e cambiai una piccola parte di me. Pensai che in fondo Kenneth aveva ragione: non ero mai cresciuta completamente. L’amore per lui era solo un sogno. Dovevo costruirmi la vita a prescindere da lui. Non lo avrei più aspettato. Così passò un altro anno. Arrivò la sera della prima. Kenneth mandò gli inviti ai miei genitori, a me e alla Michela. Era un’occasione da non perdere: a Londra per la prima di un film! Quando mai mi sarebbe capitata un’altra opportunità simile? Considerando il fatto che la mia attività stava crescendo a livello esponenziale e che l’evento sarebbe andato in onda sul canale cinema di un’importante rete televisiva, la pubblicità era assicurata. La palestra aveva giovato rassodando nei punti giusti così optai per un vestito di seta rossa lungo, senza maniche con uno scollo a barchetta sul davanti molto casto ma che lasciava la schiena completamente nuda. Raccolsi i capelli in un chignon e mi feci truccare da una professionista ed, ovviamente, tacco dodici. Non ero niente male. Ci vennero a prendere due limousine, una per noi ragazze e una per mamma e papà, Kenneth aveva fatto le cose in grande. Non lo avevamo ancora visto: papà ci rassicurò dicendo che i posti erano proprio dietro a quelli di Kenneth e del resto del cast. Immaginate due ragazze di ventidue anni belle come il sole scendere da una limousine alla prima di un film: eravamo frastornate e abbagliate. Quando ci aprirono la portiera e uscimmo dall’auto i paparazzi iniziarono a scattare foto; erano letteralmente in visibilio: due perfette sconosciute tirate a lucido che non si fermavano a parlare con loro. Vi ho detto di come Michela fosse perfetta? Lei è sempre stata più minuta di me e leggermente più bassa così opto per un vestito corto color panna stile anni trenta con trucco e parrucco dell’epoca. Era perfetta. Attraversammo il red carpet come se ci fossimo nate sopra. Non posso parlare per Michela ma in quel momento era tanta la mia voglia di dire che credo avrei camminato sui trampoli senza perdere l’equilibrio. In fondo all’atrio, in prossimità della sala scorsi mio padre abbracciare Kenneth ed in quel momento lui mi vide: mi vide davvero, per la prima volta in vita sua. Vide Melania, la donna che ero e quella che sarei diventata. Ero bella e raffinata e mi sentivo invincibile. Scesi i gradini con la grazia di una dea ed il cuore che pompava a mille. Ah Michela, vi ho già detto quanto l’adori? Si, avevo studiato l’inglese: voi perdereste l’opportunità di parlare con due dei vostri attori preferiti?! Parlammo ancora un po’ poi fummo chiamati in sala: lo spettacolo stava per iniziare. Nel momento esatto in cui Kenneth apparve in scena tutti quelli che mi circondavano sparirono: eccolo lì, l’amore della mia vita in formato gigante intento a dichiarare il suo amore disperato al mondo. Cosa mi impediva di diventare Jane e di immaginare che stesse parlando con me? “Voi...voi, piccolo essere strano e quasi non terreno! E' voi che amo come la mia stessa carne. E a voi...povera e oscura, piccola e semplice come siete...rivolgo la preghiera di accettarmi come marito.” La scena finale fu uno strazio e lì capii: non avrei mai smesso di amare Kenneth, non era una cotta, non era un capriccio. Era amore, quello vero, quello dei libri: sofferto come quello di Jane Eyre, romantico e divertente come quello di Orgoglio e Pregiudizio. Arrivati ai titoli di coda lui si girò verso di me e mi guardò così intensamente che mi mancò il respiro: mi amava anche lui tanto quanto lo amavo anch’io. Ma subito si voltò. Non si sarebbe mai dichiarato: la differenza di età e l’amicizia con mio padre erano per lui ostacoli insormontabili. Si accesero le luci: scrosci di applausi e standing ovation: Kenneth era consacrato, io potevo solo guardarlo da lontano. Ancora una volta lui aveva deciso di voltarmi le spalle. Patetica vero? Forse, ma cosa avreste fatto voi al mio posto? Non l’ho aspettato. Ho avuto le mie esperienze e avrei continuato ad averle; semplicemente io appartenevo a lui, il mio profondo era suo, sul mio cuore e sulla mia anima c’era scritto Kenneth e così sarebbe stato sempre. Gli altri si sarebbero accontentati della superficie di Melania. Andammo alla festa della produzione senza mamma e papà che optarono per una ritirata strategica in hotel. Fu una bella serata ed io mi divertii molto, soprattutto con Jonathan, nel terrazzo del ristorante…dietro non so più quale pianta… Ok, potevo evitarmela, me l’ha detto anche Michela, ma consideriamo i fattori: attore, figo, senza impegno, champagne a fiumi e cuore spezzato. Grazie. Comunque alla fine tornammo in hotel stanche e leggermente alticce. Decisi di farmi una doccia prima di mettermi a letto così quando bussarono alla porta, pensando fosse Michela, andai ad aprire in mutandine e basta. Vi ricordate il vestito? Non potevo mica indossare il reggiseno! Peccato fosse Kenneth molto molto arrabbiato. Mi infiali l’accappatoio, poi mi riebbi: >E’ diverso Melania…> Mi afferrò per le spalle e mi baciò spazzando via qualsiasi cosa: mi aggrappai a lui come se ne andasse della mia vita. Mi divorava le labbra e l’anima. Era un bacio disperato, appassionato. Mettemmo in quel bacio tutti i nostri sentimenti: l’amore, la rabbia, la frustrazione. Fu un lento e straziante addio, quasi non mi accorsi di quando se ne andò portandosi via la parte più viva di me."

sabato 9 agosto 2014

io, le canzoni, il prossimo libro e voi....

La storia in testa, le mani che fremano ma il cuore bloccato. Sarà più di un mese che non scrivo: stanchezza, pensieri, incazzature varie ed eventuali. Io per scrivere ho bisogno della mente sgombra e dannazione sembra che chiunque stia facendo di tutto per far sì che ciò non accada. Vero è che in questo mese qualcosa dentro di me è cambiato. Non so nemmeno come ciò sia stato possibile; una volta smesso di angustiarmi, criticarmi, commiserarmi e odiarmi le cose hanno iniziato ad andare più o meno per il verso giusto. Da cosa lo deduco? Per prima cosa riesco a guardarmi allo specchio e credetemi è un grosso passo avanti. Come se questo non fosse abbastanza quando mi guardo non mi giro disgustata per quello che vedo. Anzi. Queste rotondità con cui convivo forzatamente da anni iniziano a piacermi. Sarà che dopo tanto tempo alla fine ti affezioni ma... sono carina! Ciliegina sulla torta? Non ho avuto nessun incoraggiamento esterno! Vuol dire che nessuno mi ha riempito di complimenti. Anche per questo bisogna fare affidamento solo su stessi. No, mamma e papà che vi dicono che siete delle principesse non contano. Guardarsi vedendosi per quello che si è... è commovente. Davvero possiamo riuscire ad amarci. Avremo sempre dei difetti ma poi, si possono chiamare davvero così? Se iniziassimo a dire che tutti abbiano delle caratteristiche particolari e magari più pronunciate? Ma risulterebbe un po' ipocrita.. forse... E allora che difetti siano! Partirà da qui il nuovo libro. Dai difetti della protagonista e del protagonista. Insormontabili, fastidiosi, pessimi, esasperanti difetti. Litigheranno, si scontreranno e non sarà così scontato il finale. Voglio riuscire a fare (passatemi il termine) incazzare anche me stessa mentre scriverò di Doukas e..... No il nome di lei è ancora in forse anche se due o tre idee mi frullano per la testa. Ma penso vedrò come si comporta e poi deciderò. La musica greca come al solito accompagna quello che scrivo, del resto accompagna quasi ogni attimo della mia vita. Possibile che ogni canzone sia più bella della precedente? Possibile che mi senta più a casa lì che qui in Italia? Inizio a pensare che la storia delle vite precedenti sia vera, oppure, oppure... in realtà quello che ho narrato nel libro è tutto vero....

Sakis Rouvas - Kai se thelo (New cd-single 2008)

Melisses - I mpalanta ton asterion (New Song 2010)

Μέλισσες - Ένα | Melisses - Ena - Official Audio Release

Panos Kiamos - To Aima Mou Piso

mercoledì 6 agosto 2014

La musica: bisogna perdere un po' di noi stessi per mettere su carta i nostri pensieri

Ci sono canzoni che suscitano in voi sensazioni? Non parlo di ricordi nè di pensieri sensati. Parlo di qualcosa di primitivo, di primordiale, di atavico. Intrinseco in voi come l'istinto. Quali suoni, quali parole possono suscitare questo? Non è necessario nemmeno conoscere la lingua. Sì, potrà sembrare strano ma in realtà è così; proprio perchè è qualcosa di primitivo. L'istinto per definizione non si comprende, non si analizza. L'istinto è, punto. Allora la musica prende il sopravvento: immagini astratte, suoni, odori, colori, emozioni: il cuore che batte, lo stomaco in subbuglio e la nostra percezione di noi stessi. Da sempre l'uomo ha avuto bisogno della musica, vi siete mai chiesti il perchè? Non c'è bisogno di studi approfonditi; pensate solo a come vi sentite quando indossate le cuffie. Ricordate tutte le canzoni che hanno accompagnato i momenti significativi della vostra vita: il dolore, la gioia, la speranza, la fede. L'uomo ha creato e continuerà a creare musica per ogni stato d'animo. Non è meraviglioso? Certe canzoni mi fanno piangere, gli occhi si riempono di lacrime e lo sguardo vaga senza vedere nulla. Non so a cosa penso, non so nemmeno se sono presente a me stessa in quei momenti; quando torno indietro però mi sento rigenerata. Altre mi fanno sentire felice, altre ancora mi fanno ballare; ascoltando altre divento (o meglio, penso di diventare) sexy. Cosa si attiva nella nostra mente grazie alla combinazione di sette note? Ho studiato pianoforte per alcuni anni ma dopo che la mia piccola è morta non ci sono più riuscita. La musica è anche rinuncia. Per questo quando scrivo le canzoni mi accompagnano sempre: bisogna perdere un po' di noi stessi per mettere su carta i nostri pensieri.

martedì 29 luglio 2014

Scrittori solitari e felici

Stasera sul treno ho pensato molto (solo perchè avevo finito di leggere il libro...) e sono giunta a questa conclusione: gli scrittori sono le persone più solitarie e felici di esserlo al mondo. Solitarie perché per scrivere gli scrittori devono stare da soli, senza nessuno intorno. Felici perché sono soli nel loro mondo e nella mente di uno scrittore non si è mai soli. Ci sono i nostri personaggi, i nostri luoghi, le nostre storie... Ho ripetuto molte volte la parola "soli" e non è un caso. La solitudine, l'essere soli... credo sia fondamentale per uno scrittore. E posso dire che è anche bella? Riuscire ad isolarsi da tutto e da tutti è stupefacente. Stupendo e stupefacente. Ancora mi stupisco quando ritorno alla realtà e vedo che sono passate ore. Il ricordo del tempo passato in compagnia dei miei personaggi mi accompagna durante tutta la giornata. Rifugiarsi, avere una casa sicura dentro se stessi.... e farci entrare solo chi desideri tu. Ci sono dei lati negativi? Sì, come in tutte le cose. Chiudersi nella propria realtà può farci perdere qualcosa di importante nella vita fuori. Possiamo non apprezzare persone e situazioni come dovremmo perché non corrispondono agli ideali che abbiamo noi nel nostro mondo. Dovremmo essere in grado di dividerci in due (con tutti i rischi che questo comporta)ma purtroppo molto spesso la vera realtà è fonte di così tante delusioni che non si può rimanerci a lungo. Io non ci riesco. E forse tutti gli scrittori sono un po' matti, sopra le righe, passionali, folli, impetuosi.... Non siamo bellissimi?!

lunedì 28 luglio 2014

Ricordi...

Vi siete mai chiesti perché siete così attaccati ad un luogo? Alcuni perché hanno  gli amici, altri perché ci hanno trascorso l'infanzia, o ancora perché si mangia bene, perché ci si passa le ferie....
Quante volte dopo giorni, mesi, anni risentiamo un profumo e veniamo assaliti dai ricordi? Quante volte sentendo parlare di quel posto la malinconia si impadronisce di noi riportandoci indietro nel tempo?
Quante lacrime abbiamo versato nel ripensare alle emozioni che quel luogo ci ha fatto provare? 
Ma vi siete mai chiesti se fosse il posto che vi manca o voi stessi? Avete mai pensato che la malinconia, la felicità, la tristezza, la gioia sia per come voi siete in quel determinato luogo e non per il posto in sé? Se riusciste a portare con voi ogni giorno un po' di come siete quando siete là non rivivreste le stesse sensazioni? Abbiamo bisogno di foto, di canzoni, di profumi per essere felici? Se invece la nostra mente, il nostro cuore, la nostra anima si focalizzasse su come siamo noi rapportati ad un certo luogo forse questa inquietudine e questo malessere che ci portiamo dietro sparirebbero. E allora non avrebbe importanza dove si è perché alla fine quel luogo sarebbe dentro di noi, alla fine quel luogo saremmo noi stessi.

venerdì 25 luglio 2014

Giveaway

"http://emozioni-in-font.blogspot.it/2014/07/giveaway.html" Bellissimo blog e bellissima iniziativa!! Partecipate numerosi, in palio 9 romanzi tra cui il mio!!!!!! Ottima lettura a tutti!!!

Ecco come promesso l'intervista!

giovedì 24 luglio 2014

Intervista per Radio Vortice

Ho da poco registrato la prima intervista per una radio online Radio Vortice. Ero emozionata ed imbarazzata... Parlare del libro è parlare di me. Spero e credo che questo sia venuto fuori durante l'intervista. Ho apprezzato lo stile di Giovanni Bozza nel pormi le domande: non solo perché è riuscito a mettermi a mio agio ma perché, pur non avendo letto il libro per essere libero di fare domande a braccio, è riuscito a cogliere lo spirito del romanzo e soprattutto il mio. Mi ha lasciato parlare, ha ascoltato quando raccontavo del libro, del perché è stato scritto e del come.
Non amo farmi pubblicità; l'ideale sarebbe il passaparola per me. Anche qui nel blog chi mi segue vede che scrivo più dei miei pensieri che dei miei libri. Vorrei farmi conoscere come persona e riuscire a incuriosire chi legge i post piuttosto che pubblicare massivamente link per l'acquisto e quant'altro. L'intervista è riuscita a farmi parlare del libro attraverso me stessa. Di questo ovviamente devo, ancora una volta, ringraziare Giovanni. 
Domani dovrebbe essere on line e in questo caso posterò il link.... Spero vi piaccia, spero vi incuriosisca e conto sui vostri commenti!!!!


sabato 19 luglio 2014

Eroi di oggi

Settimana di incubi e riflessioni.... Come mai alcune persone si ritengono superiori ad altre? C'è chi si ritiene superiore per cultura, per classe sociale, per diritto di nascita, per religione, per politica, per etnia. Chi si ritiene superiore per intelligenza, per bellezza. Altri ancora perché si ritengono vip.... 
Chi di noi almeno una volta nella vita non si è ritenuto superiore a qualcuno? A me è capito alcune volte. Anche se più che superiore mi sono giudicata migliore: ovvero, a parità io sono migliore di te in alcune cose. Una parola può fare una differenza enorme.
Quotidianamente mi trovo purtroppo ad avere a che fare con individui che si ritengo superiori solo per il fatto di essere loro. Tanti "Re Sole" superiori per diritto divino. 
Ho riflettuto molto su queste ipotesi e da qui si sta sviluppando meglio il protagonista del mio romanzo. Doukas, il fratello scapestrato, affronterà questa battaglia interiore e si troverà a dover fare i conti con se stesso prima ancora che con la protagonista femminile. 
Ho sempre pensato che la vita quotidiana fosse la massima ispiratrice per scrivere e che la fantasia riuscisse a mettere nella giusta prospettiva le cose. Sembra un paradosso vero? Eppure è così: i saggi storici, filosofici, gli studi sull'umanità, i romanzi, le biografie.... Tutto alla fine si riduce a comportamenti sociali, interazioni, tutto è riconducibile all'umanita. 
Soprattutto alle sue debolezze; alla fine sono proprio queste che ci fanno amare. Nessuno è affascinato dal personaggio irreprensibile. Anche l'eroe cede, anche lui è debole, anche lui cade. E quali sono gli eroi più amati? Quelli più UMANI. Quelli che cadono e si rialzano. 
Sì, sarà questo il tema del prossimo romanzo.  
Il tema del primo era la fiducia e la presa di coscienza delle proprie capacità; il tema del secondo sarà l'umanità dell'eroe. Il tema principe quindi sará sempre la RINASCITA.
Mi aspetta molto lavoro sul libro e di nuovo su me stessa.

domenica 13 luglio 2014

L'artista che è in me

Stasera mi sentivo febbricitante e le mani non riuscivano a stare ferme... questo è il risultato.... a voi...per voi...

sabato 12 luglio 2014

#La nostra storia - 20 lines

Vi voglio regalare un'altra storia scritta per 20lines. Questa sono io, o meglio, una parte di me.... Dopo la brutta separazione da mio marito non mi rimanevano forze se non per una vacanza rilassante. Così quando mi trovai in quella spiaggia sperduta ne fui solo che felice. L'ostacolo nel non parlare la lingua non era tale in realtà perché volevo starmene per i fatti miei e basta. Una mattina, mentre ero intenta a prendere il sole sul lettino mi ritrovai per terra nel giro di un battito di ciglia, travolta da qualcuno che non avevo nemmeno visto. Mi chiese qualcosa nella sua lingua, anche se non capii il mio subconscio riconobbe la voce. Quando riuscii a tirarmi su non senza un aiuto da parte dello sconosciuto lo riconobbi subito: il mio idolo, il mio cantante preferito era lì in piedi di fronte a me. Era vero che non capivo la sua lingua ma il timbro della voce e la musica che l'accompagnava mi facevano venire i brividi. Lo salutai nella mia lingua e con mia sorpresa scoprii che mi capiva. Fu un attimo, ci mettemmo a parlare e le ore passarono. Mi chiese se volevo cenare con lui, non fu una sorpresa per nessuno dei due il mio sì quasi urlato. Ero nervosa ed eccitata come una ragazzina al suo primo appuntamento. Quando lo vidi mi parve un dio, era semplicemente perfetto. Dovetti fare un'ottima impressione anch'io perché non mi staccò gli occhi di dosso per tutto il tempo. Arrivati al ristorante mi mise possessivamente una mano dietro la schiena, quando ci sedemmo la sua mano incontrò la mia sotto il tavolo, la strinse e la portò delicatamente alle labbra. Si accese un fuoco tra di noi. Sapevamo entrambi come sarebbe finita la serata ma l'attesa era così carica di promesse che decidemmo di prolungarla. Fu riconosciuto al ristorante, gli chiesero autografi e foto; una fan più sfacciata gli chiese chi fossi io (almeno così mi parve visto che mi indicò) non capii la risposta ma dall'espressione della ragazza intuii che non le piacque affatto. Giungemmo alla fine della cena i miei sensi erano così accesi che sentivo il mio cuore battere all'impazzata contro il mio petto. I suoi occhi erano magneti, le sue mani erano giochi indecenti. Non potevamo attendere oltre. Raggiungemmo la mia stanza e la passione divampò. Finalmente nudi e liberi da qualsiasi inibizione, due estranei attratti l'uno all'altro da una forza più grande di loro. Ci consumammo: le labbra divoravano, i denti mordevano, i fianchi smaniosi sbattevano l'uno contro l'altro. Finivamo e dovevamo iniziare di nuovo. Non ci bastava mai, era troppo e troppo poco. L'estasi era ogni volta maggiore e mai sufficiente. Le mani non riuscivano a stare ferme, la lingua voleva assaggiare ancora e ancora. La mattina ci trovò ansimanti e abbracciati. Mi voltai a guardarlo e nei suoi occhi intravidi i miei stessi pensieri: com'era possibile essere così vicini? Che cos'era questo sensazione nel petto? D'improvviso si mise sopra di me e mi baciò; un bacio lento e sensuale che sembrava adorarmi. Mi fece sua con dolcezza e fu questo a spingermi nel baratro. I successivi quindi giorni furono perfetti, eravamo sempre insieme per parlare e per fare l'amore. Mi trasferii a casa sua per tutto il periodo della mia vacanza. Non parlammo mai di come ci saremo comportati al momento dell'addio. Io avevo troppa paura di spingermi in un'altra relazione stabile. Lui aveva paura di chiedere un cambiamento radicale della mia vita. Arrivò il giorno della partenza. Non piansi. Preparai le valigie con una cura quasi ossessiva mentre lui mi guardava con un'espressione indecifrabile sul viso. Credo di non averlo mai visto così bello. Era chiaro che voleva dirmi qualcosa ma avevo il terrore di chiedere. Se mi fossi sbagliata e avessi frainteso i suoi sentimenti nei miei confronti avrei provato il dolore vero da cui non mi sarei mai più ripresa. Rimanemmo in silenzio sino all'aeroporto. Le mie mani tremavano, i miei occhi minacciavano di tradirmi riempendosi di lacrime. Lo guardai e gli dissi di andarsene, il check in era fatto e non avrebbe potuto accompagnarmi più in là. Mi diede un casto bacio sulla guancia e se ne andò e con lui il mio cuore. Non appena mi sedetti le lacrime iniziarono a sgorgare, erano silenziose e amare. Potevo cercare di vedere il lato positivo: erano stati in assoluto i quindici giorni più belli di tutta la mia vita, ma sarebbe bastato il loro ricordo? Sarei riuscita ad ascoltare la sua voce senza pensare a quando a letto cantava per me? Avrei dovuto rinunciare a tutto di lui? O con il tempo sarei guarita? No, non potevo guarire da lui. Tornata alla vita di tutti i giorni mi buttai a capo fitto sul lavoro. Meno pensavo e meglio stavo. Qualche uscita con amici poco cibo e molto alcool. Finché il fisico avesse retto sarei andata avanti così. Non ascoltai più le sue canzoni. Lessi del suo nuovo album, lessi che scrisse una canzone nella mia lingua ma non andai oltre. Faceva troppo male. Per il mio compleanno gli amici mi regalarono il biglietto per il suo concerto. Feci finta di nulla ma non ci andai. E come avrei potuto? Una domenica mentre ero intenta a bere il caffè del mattino suonarono alla porta. Era lui, stravolto e con gli occhi tristi. Mi afferrò per le spalle e mi spinse contro la parete. La sua bocca fu sulla mia e ci perdemmo. Non esisteva più nulla eccetto noi che diventammo una cosa sola di nuovo e ancora. Mi disse che non aveva mai voluto me ne andassi ma che, vedendomi così risoluta, aveva pensato di aver frainteso i miei sentimenti. Aveva scritto una canzone per me però, non l'avevo ascoltata? No, gli risposi. Dopo la mia partenza mi ero rifiutata di ascoltare la sua bellissima voce. Ci amammo per tutto il giorno consci solo del nostro amore. Finalmente pronunciammo le due parole fatali: ti amo. Ci condannammo consciamente. Lasciai il lavoro, la casa e salutai gli amici. La mia vita era con lui in qualsiasi parte del mondo. Fummo nominati la coppia più bella e affiatata nel mondo della musica. Conducevamo vita ritirata, non ci piaceva il jet set. Per questo quando il paparazzo mi vide che uscivo da un negozio quasi al termine della gravidanza si levò un boato in tutte le testate giornalistiche. Con la bambina appena nata non potei seguirlo durante l'ultima tappa del tour nella capitale. Quando la mattina lo vidi al telegiornale seminudo insieme a una sua fan le gambe mi cedettero di colpo. Non so come ma riuscii ad arrivare in bagno e vomitai. La tata che era con me portò la bambina nella sua stanza e mi stette vicino fino a quando non si aprì la porta di casa. Era trafelato, voleva sapere cosa avessi visto e se qualche giornalista mi avesse contattato. Non gli risposi. Gli sputai in faccia e mi chiusi a chiave nella camera della bambina. Non mi seguii, mi urlò dietro che avrebbe chiarito la faccenda. La mattina successiva trovai un biglietto sotto la porta: era uscito ma sarebbe ritornato con tutte le prove di cui pensava avessi bisogno. Un tarlo mi rodeva in testa ma non capivo cosa fosse. Accesi la televisione sperando che mandassero in onda quella famosa scena e così fu: ecco la nota stonata. La fan era la stessa del ristorante e lui aveva in mano una bottiglia di birra. Ma lui non beveva birra, mai. Gli mandai un messaggio chiedendogli di tornare a casa. Non appena varcò la soglia gli corsi incontro e lo baciai: doveva capire che gli credevo a prescindere da quello che potesse dirmi. Venne fuori che dopo il concerto la fan si era intrufolata nel camerino e l'aveva drogato. Dopo si era fatta una foto con lei a cavalcioni e l'aveva spedita a tutti i giornali. Il problema era che la pazza era introvabile. Assunse delle guardie del corpo, annullò tutti i suoi impegni. Vivemmo nella paura per un mese. Una mattina, anche se perfettamente conscia del pericolo, decisi di andare a fare una nuotata. Uscita dall'acqua la trovai di fronte a me intenta a puntarmi addosso una pistola. Rimasi immobile. Non mi passò tutta la vita davanti. Dentro di me crebbe la rabbia, una rabbia cieca che cercai di non far trasparire. Si avvicinò decisa a insultarmi e a buttare fuori parole di veleno. Lui era suo ed io glielo avevo portato via. Volevo sapere cosa le rispose al ristorante? Le disse che io ero il suo amore. Da allora mi aveva odiato. Mi disse che le avevo portato via non solo lui ma anche sua figlia, strappandogliela dal ventre e facendo credere a tutti che fosse mia. Mi costrinse a mettermi in ginocchio. Non so se fu la rabbia o una fredda determinazione a non perdere tutto ciò che amavo, ma reagii. Aspettati che si avvicinasse di più e poi le tirai un calcio alla caviglia. Perse l'equilibrio e la pistola. Mi gettai su di lei e iniziai a colpirla. Solo quando giunsero le guardie del corpo strappandomi via da lei realizzai che l'avevo quasi uccisa. Chiamammo la polizia, ovviamente mi portarono con loro. Fecero tutti gli accertamenti del caso. Ci fu un'inchiesta e si arrivò al processo. Si concluse con un anno di lavori socialmente utili per me e quindici anni di reclusione per lei. Se possibile tutto questo ci fece innamorare ancora di più. Lui capii che ero forte e pronta a difendere la nostra famiglia con le unghie e con i denti, io capii che lui mi amava sopra ogni cosa e che mai mi avrebbe fatto del male. Trascorremmo anni meravigliosi insieme ai nostri figli e dopo insieme ai nostri nipotini. L'amore che ci aveva trovato quell'estate di tanti anni fa crebbe insieme a noi. Quando lui morì capii che senza di lui non potevo esistere. Per questo ho scritto la nostra storia. Questa è la testimonianza del nostro amore. Non siate tristi ragazzi miei. L'anima non può rimanere a lungo separata dalla sua essenza.

domenica 6 luglio 2014

#La prima volta - Eleven moore

Questo è il mio racconto, la mia storia vera.... se vi piace potete votarlo a questo link http://it.20lines.com/read/75784/eleven-more Nel mentre godetevi la storia Eleven more Chiara Gentili La prima volta che ci incontrammo ero così presa dal mio mondo che non lo notai nemmeno. Era estate e ai bagni era in atto il torneo di pallavolo; così di pomeriggio con la mia amica ci sedevamo ai tavolini a guardare gli altri giocare. Non me ne accorsi subito ma quando arrivai a casa la mia borsa era piena di pietre. Capii subito chi fosse l'autore. Non so ancora spiegarmi come fossi così sicura che fosse stato lui. Il giorno dopo caricai la borsa di tutte le pietre, arrivata in spiaggia lo chiamai, non sapeva il mio nome, ma si giró: gli lanciai la borsa e scoppiamo a ridere. Fu allora che nacque tutto. Era bello ed era tanto tanto uomo, troppo per me che ero solo una ragazzina. Me lo disse subito ma insistetti, non molto a dire la verità; lo amai disperatamente come solo un'adolescente alle prese con il primo amore può fare; lui era tutto e io ero ai suoi piedi. Ero gelosa, possessiva: era mio e guai a quelle che gli ronzavano intorno e credetemi erano tante... Fu un'estate meravigliosa, stavamo sempre insieme, inseparabili. Lui che continuava a trattarmi come una bambina ed io sempre più persa nei suoi meravigliosi occhi. I suoi amici, tutti l'avevano capito ma non mi importava. Niente importava. Passavano i giorni, il mio rientro a casa, esattamente a milleduecento chilometri di distanza, si avvicina e nulla riusciva a smuoverlo: "Sono troppo grande per te, e poi la distanza è tanta Chiaricè". Mi struggevo. Possibile che non capisse che eravamo fatti l'uno per l'altra? Era per caso cieco??? Lo osservavo mentre parlava con le ragazze più grandi, cercavo di essere come loro, di atteggiarmi a donna vissuta ma per uno sguardo languido che riuscivo a fare dieci non mi venivano. Non ero naturale e questo mi faceva apparire ancora più ridicola. Finché smisi. Non perché mi arresi sia chiaro: semplicemente decisi che sarei cresciuta e glielo avrei dimostrato. Lui mi abbracciava, mi prendeva il gelato, controllava con chi parlavo, mi faceva uscire con lui la sera, mi guardava, mi teneva la mano... Non gli ero indifferente; apprezzava anche la mia bella testolina ma tant'è la storia dell'età era sempre in mezzo a noi, come un macigno che no si riesce a spostare. Alla fine il temuto ultimo giorno arrivó: dovevo prepararmi, andai via dalla spiaggia prima del solito con la sua promessa che mi avrebbe portato a mangiare fuori solo noi due per la mia ultima sera. Ero bella, la mia carnagione naturale brillava grazie all'abbronzatura. Lasciai i capelli schiariti dal sole sciolti, non mi truccai non volevo, non ne avevo bisogno. Il punto forte era il vestito. Lungo a sirena, color crema e di pizzo. Una leggera sottoveste dello stesso colore fungeva da barriera tra me e il prezioso tessuto. Mi sentivo una principessa, ero triste, ero nervosa, ero eccitata... E alla fine lui giunse: lo vidi per prima nascosta dietro la porta della camera da letto; indossava dei pantaloni scuri ed una camicia azzurra che gli fasciava il petto muscoloso, le maniche arrotolate.. Era un sogno e almeno per qualche ora sarebbe stato solo mio. Quello che non avevo previsto era la sua reazione a me. Il suo sguardo mi brució l'anima,i suoi occhi mi scrutarono nel profondo e capimmo tutti e due che non ci sarebbe stato nessun altro. Scesi le scale tremante con gli occhi piantati nei suoi, mi prese la mano. Non proferimmo parola, nulla poteva descrivere quello che stava scorrendo tra di noi. Salimmo in auto, ancora in silenzio. Ero decisa a godermi la serata perciò presi coraggio ed iniziai a parlare: parlai, parlai, parlai... Lui ascoltava, annuiva, sorrideva ma non proferiva verbo. Pagó il conto e invece di fare una passeggiata sul lungo mare come mi aveva promesso salimmo in auto: voleva già portarmi a casa? Gli occhi mi si riempirono di lacrime; iniziai ad odiarlo: perché doveva umiliarmi così? Continuava a tacere, dentro di me il cuore si sbriciolava. Non mi accorsi dove fossimo finché non fermó l'auto e scese. Non era casa mia, era casa sua. Salimmo e mi fece accomodare in salotto. Preparó il caffè e si accese una sigaretta sempre rimanendo in silenzio. I miei occhi erano lucidi, il mio cuore carico di speranze. Spense la sigaretta e mi si avvicinò, accese lo stereo con il telecomando e mi invitó a ballare. Voi non riuscirete mai a capire quello che provai in quel momento: ero in estasi, avevo bevuto ambrosia. Volteggiano per la stanza, non mi accorsi dello scorrere del tempo, ero tra le sue braccia il resto non esisteva. Si fermó e mi guardó: "Piccola..." Mi baciò prudente, quasi mi sfiorò le labbra: ma ne volevo di più. Gli buttai le braccia al collo, rimase sorpreso per un istante: i secondi più lunghi della mia vita; e se mi avesse respinto?! Ma subito dopo mi strinse a sé e prese possesso delle mie labbra, dolcemente le fece dischiudere e inizió il mio primo vero bacio. Lo stomaco in fiamme, il cuore che batteva all'impazzata, le mi mani che non riuscivano a stare ferme. La sua pazienza, la sua dolcezza, le sue parole... "Piccola hai delle labbra meravigliose..." Mi abbracció e mi tenne stretta a sè: smaniavo per avere di più senza sapere nemmeno cosa fosse questo "Sei speciale piccola, ma sono sempre eleven more..." Giunse l'ora di tornare a casa, le labbra ancora pulsanti e la mente carica di nuove sensazioni: facemmo una foto abbracciati stretti e sorridenti. Mi salutó con un bacio sulla fronte ed una promessa nello sguardo. Gli scrissi il giorno stesso in cui arrivai a casa. Ancora non esistevano mail o cellulari.... Lunghe lettere e lunghe telefonate... Fu un anno lunghissimo ma arrivó l'estate: l'avrei rivisto. Purtroppo. Ogni sera lo vedevo con una ragazza diversa, io non esistevo più; se non mi evitava mi prendeva in giro. Piansi tutte le lacrime che avevo. Tutte le telefonate, le lettere.... I miei timidi "ti voglio bene" ed i suoi "anch'io" non significavano nulla. Feci la cosa più stupida: mi misi con un ragazzo a cui piacevo e ignorai il mio amore. Furono 2 mesi d'inferno ma servirono. Un pomeriggio mentre tornavo dal mare mi si accostò in auto: "Sali" Lo feci. Mi portò al e mi reclamò. Ero sua, lo sapevamo entrambi. Rabbia, desiderio e amore. Potevamo combatterlo ma era il pronto a consumarci o a renderci felici. Dipendeva solo da noi. Dopo quell'estate non lo rividi mai più. Ci sentiamo ancora, sempre: messaggi, Facebook, telefonate... Ricordiamo quello che eravamo e rimpiangiamo quello che saremo potuti essere insieme. Ci amiamo, ma a volte l'amore non basta. Eleven more è la mia prima volta è sarà sempre il mio primo rimpianto.

lunedì 30 giugno 2014

sabato 28 giugno 2014

Lettera

Ciao,
Ė parecchio che non ci sentiamo...e mi chiedevo cosa fosse successo. Sì perché non posso pensare che tu abbia deciso di chiudere con la tua famiglia solo per una "donna". Non sono qui per dare colpe a nessuno. Come hai sempre detto tu ognuno ha diritto di vivere la vita come meglio crede e soprattutto non si può volere bene ad una persona solo perché è un tuo consanguineo. Lo ripetevi sempre. Il fatto é che ho sempre creduto tu ci amassi perché eravamo noi ma, evidentemente, mi sbagliavo. Quello che non tollero é il non avere una spiegazione. Te ne sei andato voltando le spalle a tutti noi senza un motivo. In ogni caso non ti sei degnato di dircelo. No, degnato non é la parola giusta. Penso sia più appropriato metterla così: non hai avuto il coraggio di guardarci in faccia e dirci addio. Sono successe tante cose in questi 16 mesi. In molti momenti ho sentito il bisogno di averti a fianco. Ti ho cercato: sms, Facebook, Twitter, email, la classica banale telefonata... Ma nulla. Non una risposta da parte tua. Quando poi spinta da non so nemmeno io cosa ho chiesto, mi sono umiliata a chiedere, alla "donna" con la quale sei scappato via lei ha risposto come se ti avesse in pugno. Come se il tuo passato non fosse mai esistito, come se le tue origini non contassero, come se il tuo mondo iniziasse e finisse solo con quello che lei decide per te. Tutto é cosí triste. Non trovi? Tu che ti sei allontanato dalla tua famiglia per vivere la tua vita adesso sei succube di quella "donna". Ho pianto e continuerò a farlo. Riguardo le foto e mi chiedo dove sia finito quello che avevamo. Magari ho sempre sbagliato, magari quando dicevi che non si poteva voler bene per nascita ti riferivi anche a me. Non lo so, non mi interessa, non più. Per questo piango adesso. Perché non provo più dolore, non voglio più sapere se stai bene, se ritornerai, se riuscirai a vedere tuo nipote, se riuscirai a vedere ancora una volta tutti noi prima che la vita non te lo permetta più. Hai preso la tua strada, hai fatto le tue scelte. Hai lasciato dietro di te lacrime e ceneri. Ma come le fenici noi risorgiamo più forti di prima. Questa é la vera essenza della parola FAMIGLIA. Un ultimo consiglio... Anzi no. Ci arriverai da solo prima o poi.
Addio fratello mio.

domenica 22 giugno 2014

venerdì 20 giugno 2014

Voglia

giannis ploutahos

Mentre leggete ascoltate questa canzone come sto facendo io mentre scrivo. Che immagini si affacciano alla vostra mente? Non vi sentiti spinti verso sensazioni erotiche e situazioni sensuali? Non vi viene voglia di alzarvi e ballare al ritmo? Non sentite come vi penetra dentro la pelle? Non percepite quanto sia ipnotica?
Scrivo con queste canzoni che risuonano nella mia mente, il mio corpo prende vita e la mente immagina...
Mi viene in mente il buio soffuso, parole sussurate. Penso ad una sensualissima donna intenta a ballare solo per il suo uomo. Sento calore e amore e passione.
Anche adesso ho voglia di alzarmi e di ballare per permettere a me stessa di tirare fuori quello che c'è in me. Quante volte reprimiamo le nostre sensazioni? Perchè ci sentiamo costretti a farlo? Persone "goffe" nella vita quotidiana si trasformano quando cala la notte... si sentono disinibite protette dal buio... quanta sensualità siamo disposti a nascondere? Uno sguardo, un movimento con la mano, toccarsi i capelli...la stessa voce può essere così sensuale da mozzare il fiato.
Basta un incontro di sguardi per accendere la passione....

Λες ότι δεν έμαθα χρόνο να σου αφήνω
πως ποτέ δε σου 'δινα άλλη επιλογή
τώρα που τελειώνουμε ποιον να κατακρίνω
φεύγουμε σαν σύννεφα πάνω από τη γη

Βάρυνε η ατμόσφαιρα, φεύγουμε απ' τη μέση
μη ζητάς τον έλεγχο σε έναν πανικό
δε μπορεί η αγάπη μου πια να μας χωρέσει
τίποτα λιγότερο απ' το ιδανικό

Η δύναμη του έρωτα είναι ότι πεθαίνει
και δεν θα κάνει άνανδρα έναν συμβιβασμό
γκαζώνει στα αδιέξοδα και μόνος του πηγαίνει
εκεί που η γη χωρίζεται από τον ουρανό !

Κάποτε η λαχτάρα μας ήτανε πηγαία
και δε χρειαζότανε κάποιος να μιλά
για να δίνει εξήγηση σε όλα τα τυχαία
τώρα στο συμβόλαιο βλέπω τα ψιλά

Βλέπω πόσο κόστισε κάθε ελευθερία
κάθε ειρωνεία μας για τα τυπικά
δάκρυσα που χάθηκε τέτοια ευκαιρία
πέρα απ' τις δυνάμεις μας ήταν τελικά

όποτε μας δίνετε μία ευκαιρία
πέρα απ' τις δυνάμεις μας είναι τελικά !

Come se il tempo non ci avesse insegnato nulla
Non ti ho mai lasciato un'altra opzione
stiamo per decidere a chi dare la colpa
andremo come le nuvole sopra la terra

Vizia l'atmosfera, lasciando fuori la strada
Non cercare di avere il controllo in preda al panico
non mi puoi amare di più per soddisfarmi
niente di meno che l'ideale

La forza dell'amore sta morendo
e non faremo un compromesso vile
......
dove la terra è separata dal cielo?

Una volta il desiderio era la nostra fonte
e si aveva bisogno di qualcuno con cui parlare
di dare una spiegazione  casuale a tutto
........

Vedo quanto costa ogni libertà
tipica ironia la nostra
grido per aver perso una tale opportunità
oltre le nostre forze erano alla fine

ogni volta che ci danno l'opportunità

......

Ahimè il mio greco è un po' arrugginito....

martedì 17 giugno 2014

Secondo libro

è passato un anno dalla pubblicazione del mio primo libro e ieri ho pubblicato il secondo. La mia prima antologia di racconti. Emozionante? Si, esattamente come la prima volta. Sarà che ogni libro è una cosa a sè.
Alter Ego è il "primo genito", sarà sempre quello di cui sarò più orgogliosa. Sì, può darsi che un giorno io scriva la nuova "Divina Commedia" ma Alter Ego per quanto imperfetto sarà sempre il mio bambino.

Questa antologia racchiude sei storie, tutte con protagonisti diversi ed autoconclusive. Sono di fantasia certo, ma tranne una sono tutte ambientate nel mondo reale presente e passato...
La copertina ricorda un mondo antico fatto di amore e passione. Non so da dove venga questa mia vena romantica. Avevo bisogno di ricaricare le pile prima di buttarmi su La saga di Reba: cosa poteva esserci di meglio che racchiudere in un libro amori romantici?
Adesso vorrei creare il booktrailer e sarà difficile per questo libro più che per Alter Ego!
Posso darvi un consiglio? Se decidete di leggere il mio libro puntate tutto su Kenneth....
A presto!!!

lunedì 16 giugno 2014

Sogni d'amore

Stanca ma felice ed euforica come la prima volta...

http://www.lulu.com/shop/chiara-reba-babocci-gentili/sogni-damore/paperback/product-21676346.html

domenica 15 giugno 2014

Antologia

Oggi ho finito si scrivere l'ultimo racconto per la mia antologia. E' stato difficile, avevo ben chiara la storia ma metterla giù è stato impegnativo e non sono ancora del tutto convinta del risultato. Ho la testa che mi scoppia.
Impossibile crederlo ma mi ha messo più in crisi questo racconto che il libro. Eppure volevo scriverlo, non chiedetemi perchè ma sapevo dentro di me che era necessario fosse nell'antologia.
Ci avete mai riflettutto? Più una cosa è difficile e sudata più ci teniamo. Amo questo racconto: mi ha fatto dannare ma lo adoro già. Magari sarà quello che piacerà meno ma rimarrà il più importante di quest'antologia.
Sono quasi pronta per la pubblicazione. Poi voglio dedicarmi al secondo capitolo della saga. Ho già in mente un sacco di idee per Doukas.... Bice è viva? Oh si... non vedo l'ora di mettermi sotto con la scrittura!