venerdì 31 ottobre 2014

Spoiler trama secondo capitolo de La saga di Reba

Mi capita sempre mentre ascolto musica di immaginare scenari e situazioni dove io sono la protagonista, o idee per il libro. La musica è fondamentale per me. Anche quella che non capisco. Da cinque anni ormai ascolto solo musica greca. Non capisco quasi nulla ma il ritmo, la melodia, il suono stesso delle parole mi infonde gioia, serenità e tanta energia. Voglia di fare e voglia di sperare. Desiderio di ballare, di cantare, di urlare. Tutte queste emozioni per una canzone? Sì. 
Mi sento libera e bella. 
Alter Ego ha sempre avuto come sottofondo musicale queste canzoni: quando Chiara balla alla festa trasportata dalla canzone di Giannis Ploutarkos, io stavo proprio ascoltando quella canzone. Nella mia testa la scena si è creata da sè io mi sono limitata a scriverla.
Il secondo capitolo della saga parlerà di Doukas e del suo rapporto con la nuova arrivata Elena. Chi mi segue sa già che il rapporto tra i due sarà sin dall'inizio conflittuale. Elena è una donna matura, che sa quello che vuole, che lotta per i suoi principi. Doukas, per molti versi simile a lei, sarà attratto da lei ma avrà difficoltà ad accettare i suoi sentimenti; lo spettro del suo amore passato tenterà di troncare sul nascere questo amore. Il primo amore di Doukas, Bice, l'unica donna che abbia mai amato... Così dolce e pura.. Ma sarà veramente così? Era veramente quello che sembrava la sua amata? Doukas riuscirà ad affrontare la verità o si rifugerà nell'idea che si è fatto allontanandosi da tutti? Reba, Nemo e gli altri riusciranno ad aiutarlo? Con Rebecca in arrivo e con il compito di rintracciare gli altri della loro stirpe riusciranno a conciliare l'allontanamento di Doukas? 
Chi sono gli alleati di Ares? Sono sconfitti adesso che il loro leader é morto? 
Questo secondo capitolo sarà ricco di colpi di scena e di battaglie. Come andrà a finire?

giovedì 30 ottobre 2014

Il sognalibro: AUTORI SELFAGGI #5 - ALTER EGO - LA SAGA DI REBA

Il sognalibro: AUTORI SELFAGGI #5 - ALTER EGO - LA SAGA DI REBA: SEGNALAZIONE Titolo - Alter Ego - La saga di Reba Autrice - Chiara Babocci Editore - Self publishing Disponibile in - Ebook/Cartaceo Gen...

Grandi Speranze

Durante una delle mie ultime elucubrazioni mentali sul treno, mentre leggevo un romanzo che accennava ai nativi americani ho pensato: "E se avessero ragione loro?" Loro chi, vi chiederete... Mi riferisco a tutti quei popoli che invece di cercare di POSSEDERE il mondo hanno deciso di RINGRAZIARLO per quello che sta dando all'umanità. Noi uomini moderni e civilizzati abbiamo piegato la natura alla nostra volontà, abbiamo stravolto ritmi, stagioni.. Violentiamo la Terra ogni giorno. Pretendiamo che Lei si adegui a noi. La stiamo uccidendo. Tutti i popoli che, invece, convivono con il Mondo, seguono i suoi ritmi, si adattano alla Sua natura. Per cosa violentiamo chi ci ospita? Macchine, case, cellulari, televisioni, computer... Tutte cose utili ma non necessarie. Tutto in nome del progresso.. Ma è davvero progresso? Se fosse così dovrebbe farci stare bene. Invece sento sempre più persone che si lamentano di questa vita frenetica, dei ritmi serrati, del non avere il tempo per godersi la vita. Non vedono l'ora di andare in ferie perché così "stacco il cellulare"; si guardano documentari alla televisione e se per caso fanno vedere tribù che vivono ancora in simbiosi con la natura ci nasce dentro una frase "beati loro". Non riuscirei mai a vivere così "primitivamente" però mi chiedo se non si potesse unire le due facce per creare una "stessa medaglia". Il progresso non è sinonimo di inquinamento come natura non è sinonimo di regressione. Si può e si deve cercare di migliorarsi senza calpestare nulla e nessuno. Questo nelle grandi cose come nelle piccole. Certo è che prima di pensare in grande bisognerebbe prendere ogni singola persona e inculcare in testa un po' di buon senso. Da mesi dentro di me stava prendendo vita un'idea folle visti i tempi. Ho ascoltato pareri, consigli. Ho aspettato che maturassero i tempi. Ho ingoiato. Ho fatto buon viso a cattivo gioco. Mentre tutto questo accadeva l'idea cresceva, aumentava, spingeva. Mal di testa, crampi allo stomaco, attacchi di panico.. Poi basta. Qualcosa dentro di me è scattato, per fortuna. Mi guardavo, mi sentivo, mi ascoltavo e non mi riconoscevo. Ancora adesso faccio un po' di fatica ma stasera mentre mi apprestavo a scendere dal treno guardandomi dalle porte a specchio il mio riflesso mi rimandava una luce conosciuta e un po' dimenticata. Vi siete mai sentiti come se dentro di voi bruciasse un fuoco? Io adesso mi sento così e non voglio smettere. La decisione è stata sofferta, il futuro è incerto ma è come se mi fossi liberata di un peso. Circondarsi di negatività fa diventare negativi. Basta ancora un piccolo sforzo. Manca veramente poco. Nel frattempo ho i miei sogni a cui dedicarmi: la scrittura e... una GRANDE SPERANZA!

domenica 26 ottobre 2014

SUPER PROMOZIONE!!!!

Buonasera a tutti! Per festeggiare il primo anno di pubblicazione solo per alcuni giorni i miei romanzi a 0,89 cent!!!!! cosa aspettate?????? http://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_noss_1?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&url=search-alias%3Daps&field-keywords=chiara+babocci

mercoledì 22 ottobre 2014

martedì 21 ottobre 2014

Decisioni, idee, libri, gabbie e protagonisti immaginari.. reali...

C'è stato un periodo di letargo molto lungo. Adesso, ora, oggi è stato spazzato via. Era necessario? Sì. Era voluto? Sì. Era pensato? No. Il tempismo non è mai stato il mio forte. Se a questo aggiungiamo una sana dose di pessimismo e una "piccola" dose di fato avverso ecco che arriviamo alla situazione attuale. Certo è che se è vero che "Homo faber ipsiae fortunae" io sono stata proprio una str... Ma solo con me stessa. Ho lasciato che persone e avvenimenti condizionassero la mia vita. Succede da quando ho compiuto 16 anni. Ne ho 32. Questo vuol dire che ho passato metà della mia vita chiusa in una gabbia sapientemente costruita dalle mie manine. Adesso che tutto sembra essere sbagliato questo salto nel buio compiuto può portare a due cose: la gloria o la sconfitta. In tutti e due i casi io sola sarò la responsabile. Stasera ho inviato il mio manoscritto ad un agente letterario (sì, dovete incrociare le dita per me). Ha voluto anche una breve sinossi degli prossimi capitoli (Alter Ego è il primo di una trilogia). Ho descritto la protagonista del secondo libro come una combattente, una ragazza che va contro la sua famiglia per i suoi ideali. Allora mi sono chiesta: perchè le protagoniste dei miei libri sono donne forti, combattive, passionali e io invece non faccio altro che ingoiare? Possibile che stia scrivendo di quello che vorrei essere? Sì. Talmente semplice che rasenta la stupidità. Non è stata una vera e propria rivelazione. Ho ripescato sul telefonino una foto di 16 anni fa e ho pianto. La ragazza della foto aveva lo sguardo fiero e sicuro. C'è, lo so, la sento. Mi sta graffiando l'anima. Vuole venire fuori e distruggere una volta per tutte la gabbia.

martedì 7 ottobre 2014

UBI TU ES, IBI EGO SUM

Leggete il racconto e votate!!! http://www.romanticamentefantasy.it/scrigno-delle-emozioni-ubi-tu-esibi-ego-sum-dove-chiara-reba-babocci-gentili/

lunedì 6 ottobre 2014

"I cry, 'cause I feel nothing"

Vi è mai capitato? Piangere perché non riuscivate a sentire alcun tipo di emozione? A me, purtroppo sì. Una strana sensazione l'assenza di emozioni. Farebbe pensare al vuoto. In realtà qualcosa c'è: un grosso punto di domanda. Almeno così l'ho raffigurato io. Cosa mi sono domandata? Semplicemente il perché. Perché non provo nulla? Perché non mi scalfisce? Perché riesco ad andare avanti come se nulla fosse successo? Poi, quando ero convinta di aver trovato una risposta plausibile, ho pensato: "Davvero questa spiegazione giustifica la mia assenza di emozioni?" Non sono riuscita a darmi una risposta. O meglio, ci sono riuscita ma essere onesti con se stessi è più difficile che esserlo con gli altri. Perché se ammettessi con me stessa che la risposta è plausibile vorrebbe dire ammettere di essere una persona abituata, assuefatta al dolore. Proprio e degli altri. Vorrebbe dire avere chiara in testa (nella parte inconscia) la distinzione tra persone che si amano e persone che ci sono indifferenti. Vorrebbe dire che alla fine tutti quelli che mi hanno fatto del male hanno vinto: mi hanno resa arida con chi se lo merita. Vorrebbe dire trovare dentro di me una rabbia ed un rancore che mi fanno paura. Vorrebbe dire trovare sollievo in una tragedia. Perciò, che tipo di persona sono diventata? Ad un certo punto la mia "fanciullina interiore" deve essersi persa. Sì, c'è ancora: non riuscirei a scrivere altrimenti. Ma è furba. Esce allo scoperto solo quando sa che non c'è nessuno nei paraggi. Non è timida, non ha paura. Non si concede. Vorrei che fosse diverso? Sinceramente no. Una parte della mia anima deve rimanere incontaminata. Questo mancato dolore ha aperto una porta che credevo chiusa. Dovrei quindi sentirmi grata. Invece no, perché sono convinta che quella porta si sarebbe aperta comunque; magari sarebbe passato più in tempo ma, comunque, sarebbe accaduto. Di conseguenza il fatto in sè non ha portato nè tragedia nè gioia. Ergo si torna al punto di partenza: l'assenza totale di emozioni. A nessuno di noi piacerebbe lasciare questo. Vero è che se non vogliamo che ciò accada dobbiamo costruirci un certo tipo di vita. Si raccoglie ciò che si è seminato. Vecchissimo proverbio sempre attuale. Persone più buone o semplicemente più sagge di me potrebbero dire che dietro ad ogni gesto c'è una ragione profonda. Giusto. Ma non si può sempre capire, non si può sempre cercare di comprendere. Ogni tanto chi sbaglia dovrebbe assumersi la responsabilità di aver fatto soffrire un'altra persona. Soprattutto quando il dolore inflitto è voluto. Chi soffre dovrebbe assumersi la responsabilità, in primis con se stessi, di non perdonare. L'indifferenza, sia inflitta che subita, fa più male di qualsiasi rancore.

venerdì 3 ottobre 2014

Capitolo 9 - Alter Ego La saga di Reba

Con un balzo si ritrovò di fronte alla porta finestra della camera da letto, le tende di lino si muovevano leggermente alla brezza che proveniva dal mare… . La trovò dormiente, sotto le palpebre gli occhi si muovevano spinti da un sogno: pensò Nemo mentre avanzava silenziosamente nella stanza; era ancora più bella mentre dormiva, i raggi della luna accarezzavano la pelle abbronzata rendendola quasi dorata le labbra dischiuse pronte per essere baciate e quei capelli neri come la notte che lui amava tanto finalmente liberi e stesi ad accarezzarle il corpo… non si era reso conto di quanto fossero folti e lunghi, sembravano così morbidi e pronti per essere accarezzati. Il respiro lento e regolare faceva infrangere i seni sul lenzuolo bianco di cotone… era una visione paradisiaca. Aveva percepito la sua presenza sin da quella volta in giardino quando, seduto sulla panchina, il vento gli aveva portato un profumo di zucchero filato alle narici; aveva tenuto gli occhi chiusi ma grazie alle sue facoltà l’aveva comunque vista e gli si era mozzato il fiato. Ad un tratto Chiara si mosse e con lei il lenzuolo che lasciò scoperta una coscia… bella, tornita nei punti giusti e con la pelle liscia come seta.. Nemo ebbe una fugace visione di quelle gambe strette intorno a lui ma la scacciò via immediatamente spaventato da quello che quella ragazza gli provocava nel profondo semplicemente dormendo: si sentiva spinto verso Chiara non soltanto a livello fisico, c’era qualcosa in quella donna che lo attirava come una calamita, sentiva il bisogno di proteggerla da tutto e da tutti, voleva chiuderla in una stanza con le pareti di cristallo e rimanere a guardarla per sempre; . Rimase ancora a guardarla poi decise di andare ad esplorare il piano di sotto, entrando nello studio notò il computer acceso pensò mentre si sedeva alla scrivania, il suo profumo pervadeva l’area e se chiudeva gli occhi la fragranza era ancora più intensa, il suo corpo prese vita ed un calore bruciante gli invase le membra Un sentimento simile alla gelosia si fece strada nel cuore di Nemo, quel cuore che per così tanto tempo aveva considerato solo un muscolo… L’incidente, era l’anniversario di quando persero la vita i suoi genitori e il suo cane: a Nemo quell’incidente era parso subito strano, c’era qualcosa che non andava in quella storia e aveva tutte le intenzioni di indagare accuratamente ma per il momento quella storia avrebbe dovuto aspettare.. iniziò a leggere ma smise subito, non aveva alcun diritto di spiare i sentimenti più privati di quella ragazza una frase però lo colpì molto: “un sognatore è un uomo con i piedi ben ancorati alle nuvole”… Ad un tratto si accese la luce della cucina, si alzò dalla sedia senza fare il minimo rumore, voleva andarsene passando dalla porta finestra ma qualcosa lo costrinse a fermarsi ed ad andare verso la fonte di luce, voleva vederla appena sveglia, voleva vederla muoversi ancora assonata e voleva sapere cosa ci faceva in piedi alle 3 del mattino. La trovò di fronte al frigo aperto intenta a bere dell’acqua, le guance rigate di lacrime ed un leggero tremore alle mani gli fecero capire che il sogno di prima doveva essere stato l’inizio di un incubo… “Dio, non finiranno mai questi incubi, non ce la faccio più: se solo mamma, papà e Daisy fossero qui…quanto mi mancate..” Scoppiò a piangere, il cuore di Nemo si spezzò nel vederla così fragile nel sentire la sua bellissima voce rotta dal pianto ma non poteva fare nulla per lei… o forse si… senza pensare si precipitò fuori dalla porta finestra dello studio e facendo il giro della casa si ritrovò dal portone di ingresso, stava per suonare quando una melodia dolcissima colpì il suo udito.. . Si era Chiara, accoccolata sul divano intenta a canticchiare la canzoncina che le sussurrava sempre sua madre per calmarla quando era piccola; rimase ad ascoltarla sino a quando non sentì la voce che si affievoliva. Si era addormentata, poteva tornare a casa.