lunedì 26 settembre 2016

Recensione: Piangere non serve di Antonella Sacco

Mi ero ripromessa di scrivere questa recensione una volta passato il fiume di emozioni che ha portato con sè. Mi sono detta però che un libro così non va recensito a mente lucida. 
La trama è moderna: adolescente in crisi per la separazione dei suoi genitori parte per un paese sconosciuto della campagna Toscana con una parente. Qui incontra una ragazza della sua età, uno scultore descritto da tutti come un orso e un ragazzo poco più grande; ma le apparenze ingannano e Martina, questo il nome della protagonista, dovrà combattere con se stessa e contro verità scomode. 
I primi capitoli sono introduttivi alla situazione: l'autrice tesse le fila di quella che si rivelerà una storia molto più complessa di quello che appare. La vicenda potrebbe sembrare banale, quasi ordinaria ma già dai primi capitoli si intuisce che non sarà così.
Da quando inizia la "vacanza" un manto di incertezza ricopre la vicenda; perché "incertezza"? Perché Martina sembra circondata da pericoli invisibili che lei stessa percepisce senza riuscire a darsi una spiegazione razionale. Solo dopo la prima metà del libro capiremo che il disagio di Martina ha ragion d'essere.
La bravura della Sacco però è un'altra: riesce a descrivere il mondo degli adolescenti come se lei stessa lo fosse: questo, non solo rende credibile la vicenda, ma fa fare al lettore un salto temporale nel passato. Personalmente ho rivissuto tutti i "brividi" della mia adolescenza: tutti i dubbi, le sofferenze, le ansie, le gioie, gli amori, la rabbia, l'impotenza di non poter decidere, la voglia di scappare e allo stesso tempo il desiderio di rimanere.
Ho avuto il magone per tutta la parte finale e, alla fine, ho pianto.
La conclusione, per quanto unica possibile, è uno shock. Le emozioni della protagonista in quel momento sono così meravigliosamente descritte che ti catapultano dentro la sua anima in maniera così forte da dover distogliere lo sguardo dallo scritto.
Amo il modo elegante di scrivere dell'autrice. Così delicato e forte allo stesso tempo.
Questo libro è un piccolo capolavoro della letteratura contemporanea. Un richiamo per menti sensibili, uno specchio per noi "vecchi adolescenti".

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